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Cultura > Arte > 10 Settembre 2019
“Figure del silenzio” mostra personale di Roberto Kusterle
San Vito al Tagliamento (PN) - L'artista Roberto Kusterle nella sua lunga ricerca indaga l’inesauribile enigma dell’universo. È quanto evidenzia nella mostra personale “Figure del silenzio”.
In esposizione il pubblico troverà opere di Kusterle perfettamente coerenti con il tema scelto per questa edizione del festival, “Sacralità del profano”: si tratta di un percorso artistico parallelo a quello musicale, scandito da mostre che vedono protagonisti, oltre a Kusterle, gli artisti Nata a Cordenons, Giulio Belluz a Caneva e Bruno Beltramini a Sesto al Reghena. È un’occasione per approfondire la relazione tra sacro e profano, non immediata quando si tratta di arti visive», spiegano Luciano Padovese e Maria Francesca Vassallo, presidenti di PEC e CICP.
La mostra sarà visitabile dal 14 settembre al 27 ottobre, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19 i sabati e le domeniche, con ingresso libero.
L’inaugurazione di sabato sarà arricchita dalla presentazione del curatore e dall’intermezzo musicale di Anna Molaro, musicista del Conservatorio Tomadini di Udine, che eseguirà il preludio e la Sarabandilare violoncello solo tratte dalla Suite n. 2 di Bach. La mostra si inserisce nel Festival internazionale di Musica Sacra curato da Franco Calabretto ed Eddi De Nadai.
L’enigma della realtà è centrale nell’opera di Kusterle, questione davanti alla quale l’umanità ha elaborato varie risposte, religiose o filosofiche. È quel che accade «con gli “scenari” di Kusterle - spiega Giancarlo Pauletto, curatore della mostra - scenari e non semplicemente fotografie, perché lo scatto, nel percorso dell’artista, è solo uno dei momenti con cui viene costruita l’immagine finale, e questa immagine ha sempre caratteristiche di evidenza, intensità, severità».
Nella serie di opere, l’intenzione dell’artista «è farci constatare la possibile bellezza e l’ineliminabile mistero di tutto ciò che esiste e che in quanto tale partecipa alla nostra vita, alle sue vibrazioni positive, o magari alle sue possibili cadute nell’insignificanza» prosegue Pauletto. Anche nelle figure umane di Kusterle «domina una sorta di incorporeità, in cui l’enigma è nella figura in sé, piuttosto che nel suo accostamento a dati figurativi spiazzanti. Poiché anche gli uomini, non solo le cose, stanno nell’enigma dell’universo» conclude Giancarlo Pauletto.
Info www.centroculturapordenone.it/pec